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Daria Bignardi vs Signorini

Gentilissima Daria Bignardi,
Le scrivo a seguito della puntata televisiva da lei condotta questa settimana, e all’intervento del Sig. Signorini. Non guardo mai la televisione, e raramente mi capita di seguire qualche talk show. Letterman in assoluto è il mio preferito tra i possibili. E lei. Ricordo in passato di aver vista qualche sua puntata, e qualche memorabile intervista, degna di essere accostata al titolo e al film, per cui il rimando della sua trasmissione, si era dimostrato pertinente e inevitabile, sin dall’inizio della serie.
E’ veramente un caso che io prenda carta e penna per scrivere, ma la solitudine in cui vivo, mi rende indispensabile questo atto. Sono di carattere difficile, per la vita che ho condotto, e non certo per essermi meritato tale. Per essere chiari e sintetici, quanto possibile, ho trovato la sua intervista al Signorini veramente sgradevole. E vado ad elencare le mie motivazioni.
Tra tutte le cose che non mi sono piaciute, senza nulla togliere ovviamente al Signorini il diritto di esporle e di affrancarsi dal suo passato, ho trovato veramente obliqua tutta quella parte che ha riguardato le scelte sessuali del suo intervistato. Mi chiedo, senza retorica, cosa a noi possa interessare (spero ovviamente senza la presunzione di essere stato il solo, ad aver quanto meno avvisato disagio ) circa le prime esperienze pratiche del Signorini, e sono rimasto infastidito dalla insistenza, ma soprattutto da quell’ostentazione che voleva parafrasare la sua presunta libertà di espressione, circa le sue prestazioni, e che si evince dalla quantità di dettagli, che lo stesso ci ha fornito. Non riesco a capire infine come una persona, oggi possa definirsi sulla base delle sue scelte sessuali. Questo può rappresentare un valore sul quale postare il proprio posto al sole?
Perché mi chiedo, quanto sarebbe stato interessante se il successivo ospite Dario Argento, ci avesse spiegato le sue iniziazioni al sesso ( come etero convinto e con la stessa dovizia di particolari ), se sarebbero state accolte con lo stesso interesse. E se lo avesse fatto, questo veramente avrebbe potuto avere una valenza di interessi da parte di chi ascolta ? NO.
E ci sarebbe sembrato fortemente inopportuno. Qui ovviamente non stiamo parlando delle tette della Gradisca, ma delle pugnette del Signorini, quanto a suo stesso dire, e delle sue tecniche solitarie.

L’errore palese sempre a mio giudizio, di molti omosessuali è proprio il bisogno di ostentare e di dichiarare la propria appartenenza, come un elemento indispensabile da propinare al prossimo, e sul quale far leva per…
So perfettamente di andare in controtendenza. E non me ne preoccupo, sebbene il mio curriculum sia sicuramente più variegato, ma ahimè, meno blasonato di quello di Alfonso.
Ma stento a credere che si possa accettare una persona, in quanto omosessuale, semplicemente perché per affermare questo suo sacrosanto diritto, abbia patito delle sofferenze, delle umiliazioni da parte della così detta, società civile. Tanto varrebbe essere celiaci, ipocondriaci, morti di fame o vivere in un seminterrato per definirsi a questo punto. Ma sicuramente con minori possibilità di ascolto e di pubblico.

Se la sceneggiata fosse stata imbastita da Busi per esempio, l’avrei accolta tout court.
Perché Busi è in primis una persona che esprime se stesso attraverso una complessità e una verve che Alfonso non sa cosa sia. Ma soprattutto perché Busi è contenuto e contenitore. E’ cosa facciamo di noi stessi per gli altri, ( e non a letto ) che fa la differenza per essere apprezzati o rifiutati nella vita, o come me ignorati. E’ dal nostro livello di capacità di tradurre il nostro percorso, dal nostro cercare di strapparlo alle nostre manchevolezze e inadeguatezze, e dalla capacità che abbiamo nel farlo che si vede chi siamo, la nostra preparazione, il nostro desiderio di esprimerci, e dalla profondità dello stesso che nasce la nostra differenza e bene augurabile diversità.
E veniamo in questo modo al punto anche più dolente. Il Signorini, ci dice che, e lo sappiamo bene , è direttore di una testata di gossip.
Una volta erano giornali che si trovavano in portineria o dal barbiere senza offesa verso quelle categorie. Ma è solo per sottolineare che stiamo parlando di riviste dedicate ad un pubblico che della curiosità ha sempre fatto una virtù, e che una volta letti venivano usati per ammazzare le mosche o riempire le scarpe quando si bagnavano.
Il Signorini oggi ce le ri-propina intrise di quel pettegolezzo tipico dell’ Italietta Badogliana e pressapochista che ci ha ridotto al punto in cui siamo, e su qualsiasi fronte abbia combattuto a quanto pare. Infiniti pruriti, e mentori di grandi bellezze hollywoodiane, ci suggeriscono che potremmo chiudere un occhio, ma io sinceramente li chiudo entrambi e non vedo neanche perché io debba prendere in considerazione l’attività del suo intervistato che una volta dismessa, pare tra 5 anni, al contrario di Busi, non lascerà traccia alcuna.
Ci dice, sempre lui, di aspirare al silenzio una volta finita la sua saga dei suoi inutili mastruzzi editoriali. Questo mi pare sia stato l’unico momento di gloria di Alfonso, che è sembrato, finalmente percorso dal fremito di una fragilità umanamente impeccabile e toccante.
L’intera operazione è parsa alla fine, imposta e suggerita come a far passare un personaggio colorito, mostrandoci semplicemente il suo scialbore e la mediocrità delle sue prestazioni. Anche quelle onanistiche, di cui il nostro già stressato inconscio avrebbe fatto volentieri a meno, a scanso di visualizzazioni veramente poco stimolanti da un punto di vista erotico, stimolandoci a trascorre “quella ventina de minuti de trasgressione”, che tutto è stato men che una boccata d’aria.
Sapere se Dudù è gay non ci ha rallegrati in nessun modo, e tantomeno sapere delle bisbocce con la di lui padrona, a suon di bottiglie di amaro. Tutto questo veramente deprimerebbe, anche senza condizionale, l’esistenza di qualsiasi ascoltatore che avesse a cuore la sua salute mentale e il suo credo personale, sempre che ne abbia uno, e sappia dove alloggi.
Il massimo è stato toccato, quando lei, finalmente, le ha fatto notare al Signorini come non potesse lamentarsi,mi pare, delle “invasioni” nella sua privacy e del suo compagno noto senatore Pdl , dopo aver passato una vita a ficcanasare nelle vite altrui. Alfonso, visibilmente in difficoltà è parso essersi reso conto di quanto ci sia superfluo in veste di direttore. In questo, lei è stata infinitamente Daria, e la ringrazio, ma è stato solo il passaggio di una cometa.
La recherche Studio © 2015